Cantico azzurro

Calpestio dโ€™azzurro

su questo cielo sgranato,

dโ€™un ceruleo cosรฌ genziana

che anche i cori

delle potestร  celesti

ne rimangono storditi.

Forse neanche il pennello

del piรน dissennato van Gogh

saprebbe immortalarlo,

e farne gaudio incessante

per lโ€™umana specie,

dispersa nel sangue della noia.

Forse neanche il genio

di Beethoven, arso dโ€™afflizione,

saprebbe partorire sinfonie

su pentagrammi accartocciati,

e donar allโ€™umano patire

lโ€™impeto di cosรฌ tal avvenenza.

Azzurro a scrosci,

seduzione dโ€™azzurritร ,

oh bellezza sovraumana!

Tanto ama lโ€™anima mia,

che piรน non mi sgomenta

neanche il giorno della morte.

Carlo Molinari

http://poeti2000.webnode.it

Olio su tela

Occhi di pantera,

mio enigma insondabile.

Ciliegio del Giappone,

campo giocoso di girasoli.

Profumo di pelle fruttata,

notte che ti vesti di cobalto.

Leggiadria soave di lavanda,

fiume copioso di montagna.

Altare consacrato dโ€™incensi,

giorno immemore dโ€™amarezze.

Donna che vieni dal passato

e conquisti lโ€™agonia del presente.

Angelo caduto lieve in terra,

con le ali che ancor si sgranano.

Foglia ridente di betulla estiva

che mi fai da ombra nei tormenti.

Lago dโ€™acqua dolce e ninfee,

quadro dโ€™un tramonto di Renoir.

Notturno dโ€™incanto di Chopin,

nel mio patir come nomade di vita.

Oasi salvifica nel deserto del Sahel,

dove il piรน infelice trova conforto.

Olio su tela, amata e musica mia,

di sapor colorato, di sorriso di luna.

Spargere parole al vento per te

รจ la mia vocazione naturale,

che riposo non trova, nรฉ rifugio,

se il giorno muore senzโ€™averti baciata.

Se il mio piccolo mondo dโ€™ansie,

disseminato di buio e spine,

non sโ€™imbatte nella luminositร 

dโ€™ogni miracolo che tu sai donarmi.

Carlo Molinari

http://poeti2000.webnode.it

Ti respiravo come l’aria

Cielo di cipria,

mi desto

con un dolore

che la pelle brucia.

Eran cosรฌ leggiadri

i giorni delle camelie,

quando allโ€™alba

ti recavo il saluto,

e ti porgevo la mano

perchรฉ tu non cadessi.

Ora pesa il commiato

e di te una terra di colori.

Anche la rondine

del volo vaneggiante

ha perso lโ€™audacia

e gemendo si cuce le ali.

Non ha mai fine il patire

quando hai lโ€™anima

denutrita come una piuma.

Carlo Molinari

Diretta con il poeta Adolfo Nino Abate

Ciao a tutti,

ieri sera ho intervistato un poeta foggiano, Adolfo Nicola Abate, nell’ambito delle dirette Instagram di “Poeti2000” del quale sono il fondatore e amministratore.

Per chi volesse guardare la diretta qui sotto posto il link (abbiamo parlato di “Nino” come poeta, della Poesia intesa come Bellezza, emozione, ricerca della musicalitร  e del senso del verso e “Nino” ha letto anche alcune sue poesie ed altre liriche di altri poeti famosi, fra cui Pasolini).

Una diretta che ha spaziato in moltissimi ambiti e che ha avuto una grandissima risonanza nel social.

Se volete vederla (dura un’ora e un quarto circa), il link รจ questo.
https://www.instagram.com/tv/CdbgzemJG2H/?utm_source=ig_web_copy_link

E dirsi ciao

Signore, Ti rendo grazie

perchรฉ anche oggi sono vivo.

Mi sono svegliato ancora.

Mi saluta il ramo in fiore,

mi salutano i passeri, gli usignoli,

il volo delle rondini zigane

e i pettirossi sul ballatoio.

Mi saluta lโ€™azzurro del cielo,

il sole che si spinge a nascere,

anche lui mi saluta.

Mi salutano le finestre dischiuse

delle monache in preghiera.

Mi saluta la vita che sโ€™affaccia

al nuovo soffio dโ€™un giorno

come tutti gli altri, sempre uguali,

ma sono una grazia divina.

Mi saluta sempre il mio amore

che sparge un tuttโ€™unico dโ€™amore.

Mi saluta la pozzanghera

e il merlo nero che beve da essa.

Mi saluta il ghiaino

che aspetta dโ€™esser lavorato

dagli operai che verranno.

Mi salutano lโ€™abete, il siliquastro,

il faggio, lโ€™ippocastano,

la betulla e tutte le fronde

del piccolo bosco che mโ€™allieta

lo stupore della vita.

Mi salutano lโ€™odor dellโ€™asfalto

e le auto in sosta

che si muovono lentamente.

Mi saluta la falce di luna

che va a declinare sul poggio,

e mi dร  lโ€™appuntamento

ad un nuovo bacio dโ€™amore

anche questa notte che verrร .

Mi salutano le margherite,

le pervinche, i bucaneve,

il tarassaco e tutte le violette,

le campanule e i fiori di nessuno.

Mi saluta il mio respiro

che anche oggi mi tiene in vita.

Mi saluta il mio corpo

che sโ€™รจ destato, si sgranchisce

e affronta gioioso

un nuovo miracolo di luce.

Mi salutano il Tuo cielo infinito,

gli angeli, le nubi

e i defunti dโ€™ogni epoca.

Mi saluta il vento, cosรฌ caro,

e mi rasenta tutto il viso fresco.

Mi saluta lโ€™aria che respiro,

il raggio del sole novizio

che mโ€™entra nella pelle umida.

Mi saluta tutto il Creato,

e con me Ti rende lode e grazie.

Mi saluta il mondo che vive

e anche tutto quello inanimato.

Tutti, tutti mi salutano,

mi salutano veramente tutti.

Oh mio Dio,

Ti devo dire una cosa.

Com’รจ possibile

che tutti mi conoscano?

Carlo Molinari

Mia madre

Mia madre

non ha mai danzato

alla Fenice o alla Scala.

Non ha mai avuto

un parterre di pubblico

pagante e gaudente,

in drappeggi da sera

e diademi da sciorinare.

Ha avuto solo pane secco

e una lacrima dura

per curvarsi a sollevare

i figli dalle sciagure.

Mia madre

non ha mai danzato

alla Fenice o alla Scala.

Ma ha un giardino fiorito

di calle, azalee e novelle rose,

che sโ€™aprono allโ€™avvenenza

nel mese mitigato

dei fioretti e di Maria.

Mia madre

non รจ mai stata

una ballerina da riflettori,

acclamazioni e prime pagine.

Ha cercato rivoli dโ€™amore,

troppo spesso senza risposte.

E ora ha solo

un tralcio di spine

in una camera di Rosari.

Per ricordarsi, silente,

che i figli sono come le rose.

Tra i dolori e il gelo

vanno concepiti, invocati,

e poi lasciati alla loro fioritura.

Carlo Molinari

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