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Soavemente Eros

T’ho sfiorata nella tua nudità

di pelle di cera e creta votiva,

bufera di carezze, candida piuma

che si libra soave negli atri più bui

della notte infinita, assenza di lune

a illuminar la rena e onde dissacrate,

odor di carne tersa, tenebra ariosa

lenzuola tranciate a terra, e sussurri

ingoiati muti nelle ore d’inchiostro

che reclamano il silenzio, e invece

acuto guerreggiar senza pugnalare

né lacerazioni da cucire, ingegno

di fantasie sbandate nell’ebbrezza,

e parlar, parlar ancor di me, di te

senza sosta di desiderio, con la meta

sempre più vicina sì,  ma ora tace

anche la notte, le ombre s’allungano

e tu, ancor più calma e quieta,

come essere astratto d’altri tempi.

Carlo Molinari copyright

Ph. copyright free

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