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Morte di un amico (video)

Cinque anni fa come oggi se ne andava per sempre il mio più grande amico: Giampaolo Paiutta (13/08/1946-12/06/2019).

Giampaolo era nato a Conegliano e quando ebbe diciotto anni emigrò in Gran Bretagna in cerca di un po’ di fortuna. In età matura sposò una vedova e si prese cura della sua figlia Challisse, che amò come se fosse figlia sua di sangue.

Girò tutto il mondo per lavoro con lunghi soggiorni in Africa e in Cina, e negli ultimi anni della sua vita insegnò fisica all’università di Manchester. Rimase presto vedovo.

Allora iniziò a passare le vacanze nella sua amatissima Conegliano, passando giornate intere tra le colline del trevigiano e alle pendici delle sue amatissime Dolomiti del Cadore: Giampaolo era innamorato a dismisura delle montagne. Quand’era ragazzino andava sempre in vacanza con i preti nelle Dolomiti e di ogni montagna conosceva l’altezza esatta al centimetro.

Nel 2013 lo conobbi quasi per caso e mi offersi di ospitarlo nei suoi soggiorni coneglianesi. Per sei anni consecutivi Giampaolo venne a casa mia tre volte all’anno a fare le vacanze da pensionato. Ogni volta si fermava trenta/quaranta giorni.

Giampaolo non era pratico di cucina, così ogni mattina gli preparavo il caffè e la colazione, poi cucinavo quel che potevo e pranzavamo e cenavamo sempre insieme. Durante i pomeriggi si andava sulle nostre colline a visitare i luoghi della sua infanzia e ogni volta si commuoveva sempre. Spessissimo andavamo insieme in cimitero sulla tomba dei suoi genitori e dei suoi nonni. Ogni domenica si prendeva la macchina e si andava sulle Dolomiti, ogni volta in un posto diverso e il volto di Giampaolo si illuminava quasi fosse il sole.

La sera io mi appartavo in camera mia a scrivere poesie e lui restava fino a tarda notte davanti alla televisione a guardare documentari di astronomia, geologia, mineralogia, Storia antica ed arte.

Una mattina eravamo come di consuetudine nostra a parlare in terrazza e mi accorsi che aveva il viso tutto ingiallito. Presi paura e lo portai immediatamente al Pronto Soccorso. Dopo poche ore di esami e contro esami fu ricoverato senza possibilità di appello: tumore al pancreas. Giampaolo aveva solo settantadue anni.

Lui non si capacitava del ricovero e io non dissi nulla, gli dissi che doveva stare qualche giorno per dei controlli. Avvisai subito la figlia Challisse e lei immediatamente fece venire qui suo figlio Adam: quando Giampaolo vide qui in Italia suo nipote Adam gli fu chiaro tutto ed iniziò a piangere. Dopo soli due giorni partirono entrambi per la Gran Bretagna ed non lo rividi mai più.

Dopo soli quattro mesi, alle 21.20 del 12/06/2019 Giampaolo se ne andò per sempre. Parte delle sue ceneri sono state sparse nel Tamigi. Io piansi per giorni interi. Quando morì Giampaolo, morì anche una parte di me stesso. Per sempre. Era il mio migliore amico ed io il suo.

Stanotte ho voluto riprendere in mano la poesia che scrissi il giorno della sua morte (la scrissi come se fosse tarda estate, l’inizio di un autunno di dolore e di commiato) e ne ho fatto un brevissimo video in sua perenne memoria.

Riposa in pace, ovunque tu sia, caro amico mio, riposa in pace, Giampaolo.

Il tuo amico Carlo.

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