Sono fatto di vento e di stelle,
la mia pelle è un giardino
dove fioriscono rughe e dolori.
Amo la sincerità e la follia
dell’animo umano.
Cerco di rispettare tutti,
specie chi mi si rivela nemico.
Non ho glorie,
sono cosparso di difetti.
Son caduto per una vita intera,
un poco alla volta ho imparato
ad accettar d’essere cenere
e di rialzarmi con ogni sforzo utile.
Cerco d’essere umile e semplice
anche se perderei ore
dinnanzi al mio specchio
per ogni pelo bianco
che germoglia sul mio viso.
Amo leggere, se posso
cerco di perdonare gli altri
e di perdonare anche me stesso.
Non cerco la gloria umana
anche se un applauso mi rende felice.
Conosco il fondo delle mie cadute,
so il colore e la misura d’ogni mia ferita.
Mi alzo quand’ancora
roteano le stelle nell’infinito.
Ho bisogno di riposare
la mia stanchezza e di piangere
sui dolori che trafiggono l’anima mia.
Credo in un Dio d’Amore.
Se posso cerco di ringraziarlo
e di chiedere costante soccorso
nelle ore che si srotolano
lungo le mie giornate,
di cielo e di buio.
Amo la fratellanza umana.
Cerco, se posso,
di tendere una mano.
Ho sbagliato e continuo a sbagliare
ma un piccolo sorriso lo vorrei donare
a chiunque attraversi la mia strada.
Amo il mare, la primavera,
le cicale, i campi di papaveri
e il frumento che si fa pane caldo.
Provo ad essere amico di tutti
anche se so bene d’esser antipatico
a folle intere che magari non dicono nulla.
Tutto questo
non è per vantarmi,
fratello, sorella, amico , amica.
Vorrei solo dirti che siam discesi
dal cielo e ad esso ritorniamo.
Se non viviamo nell’amore
e per l’amore, vivremo nel dolore
e nella nostalgia d’esser stati indolenti.
Non sono nulla, di nulla mi compiaccio,
solo d’un fatto sono contento e sono fiero.
Dio Padre m’ha creato
senza che io chiedessi nulla.
Qui su questa terra mi ha posto,
tra ingiustizie, inganni, popoli alla fame.
Qui mi ha concesso un canto d’amore,
una notte stellata,
i grappoli della vendemmia,
il volo dei passeri, la pioggia e la neve.
Se forse provo
a ringraziare una volta in più,
la mia vita e ogni mio sbaglio umano
avranno un senso oltre il fascio di nuvole.
Le mie vene sono intagliate dalla lacrime,
i miei crepuscoli dalla stanchezza,
il mio futuro bersagliato dalla malattia.
Forse è meglio amare
prima di chiudere gli occhi
e terminare la vita senza un senso.
Forse è meglio abbracciare
prima che le forze vengano meno
e si venga tumulati in una bara di silenzio.
Credimi, siamo piccole rose
con l’anima rappezzata di spine,
ma ad ogni aurora veniamo perdonati
e tutto può riprendere daccapo,
con tanta fatica, col profumo del sole.
Con la certezza indefessa
che Dio Padre ci ha amati per primo
e l’immensità ci aspetta tutti,
nessuno escluso.
Siamo fatti per essere luce,
siamo fatti per sorridere a tutti.
Non venga mai quel giorno
in cui qualcuno ci chiederà perché
abbiam speso la vita nello sdegno,
nel rancore, ricolmi d’odio e vendetta.
Senza mai provare a ringraziare
anche adesso che stiamo respirando.
Perdonami se ho scritto tanto,
ma lunga è la mia vita
e volevo solo
provare a credere,
con te che mi stai leggendo,
che senza l’amore siamo un nulla.
Senza l’amore
non ha neanche senso
esser venuti a questo mondo.
Lo sento,
lo vivo, lo spero.
Saremmo un universo
depredato delle sue stelle.
Saremmo come una rondine
che non sa più come si fa a volare.
Carlo Molinari
Foto: Firenze, 2018.