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Ora so ch’esiste il paradiso

Spogliati ancora,

fammi vedere le tue costole,

l’odor di timo delle tue caviglie.

Amata d’un tempo

perché non sorridi al vento?

Dimmi, sgolati, urla pure,

dov’hai nascosto mio figlio?

Avevamo un bambino, ricordi?

Dove sono i suoi occhi,

quanti anni ha, è forse morto?

Quanto dolore di viscere

m’ha spezzato le reni, i fianchi.

Questi anni son stati

la morte d’ogni autunno.

Il sole illumina solo le formiche,

il mare accoglie solo cadaveri muti.

Amata d’un tempo, ricordi?

Io sono ancora padre,

tutta l’aria m’hai cancellato

hai adombrato ogni tramonto.

Dov’è nostro figlio, dove?

Di che colore son le sue chiome?

Si ricorda d’aver un padre sfregiato?

Ti perdono la follia, il vento di silenzio

che spolvera i tuoi seni apocalittici,

il tuo pube di boscaglia dove t’amavo.

Ti perdono ogni goccia di sangue

che m’hai fatto bere, tutte le zecche

che hai scagliato sul mio viso d’angoscia.

Dov’è il nostro bambino? Sorride? Ama?

Ho bisogno di saper la verità,

l’hai tumulato con il canto degli angeli?

Forse ora sta davanti a Dio Padre

a gioire di quanto gli è stato negato?

La scuola, i giardini di margherite,

gli occhi delle ragazzine, i libri di poesia

li ha mai visti, ha mai conosciuto il mondo?

Amata d’un tempo, ancora sono padre.

Dimmi, stanotte, sotto il fuoco della luna,

la cerulea verità, dimmi ancora di nostro figlio!

Perché taci, perché mi prendi per mano?

Dove mi vuoi recare, al patibolo nuovamente?

Son già morto, son già risorto mille volte.

Ancora amerei le tue cosce d’alabastro nudo,

ancora amerei la tua anima

d’aranceto e zagare e bergamotti.

Si possono forse cancellare gli anni d’ansia?

Il nostro bambino, cos’è questa chiesa?

Oh meraviglia, oh incanto, è ancora in vita

e oggi si sposa su d’un altare vergine?

Come sorride il nostro bambino, è cielo!

Con chi si sposa, amore d’un tempo?

Con la luce? Con i caprioli?

Con le labbra lucide delle rose?

Sii felice, sii azzurro,

figliolo, sono tuo padre.

Ora più non soffro, credimi,  

ora ho visto che sei fatto d’eterno!

Posso anche morire, adesso.

Ho compreso tutto, figliolo mio,

l’assenza, il distacco,

ogni sofferenza disumana.

Ora so ch’esiste un Dio,

colmo di paradiso.

Tu sei luce, vita, gioia,

amore, amato, sangue mio,

ed io son lacrima di primavera.

Carlo Molinari

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