, , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , ,

I poeti della notte

I poeti della notte s’incantano

dello scampanio del silenzio,

si stendono su roseti di stelle

pure come corolle di margherite.

Ascoltano il dolore del mondo,

scrivono versi disperati d’emozione.

Prendono in mano (e amano)

la chiarezza millenaria della luna.

Non si turbano se la terra dorme,

non s’angosciano se l’azalea tace.

I poeti della notte sentono scorrere

tutto il sangue sbraitato dalla morte.

S’innamorano dell’universo intero,

aspettano che venga di nuovo l’aurora

a liberarli dalle catene della solitudine.

Amano il sole che promette di venire,

piangono muti con l’ubriaco sotto casa.

I poeti della notte lavorano con l’anima,

accendono speranze per chi è nel dubbio.

Parlano con Dio anche se non lo vedono.

Sono fiamme che nessuno spegnerà mai

perché i poeti della notte sanno amare

ogni lacerto di quest’umanità alla deriva.

Sono cristalli timidi

che si spezzano in un istante,

sono roccia dura

dove scorre acqua luminosa.

I poeti della notte

sono la tomba della razionalità.

Sono sogni mai sognati da nessuno,

viole che non sono mai sbocciate

in nessuna profezia di quiete d’Aprile.

Gente povera e derelitta

che sbarca il lunario

scrivendo due versi di delirio,

che sanno di sale, che sanno di luce.

Ma profumano di vento,

sono color pesca come il crepuscolo

e sanno danzare sul loro dolore

come fossero ballerine della ribalta.

Volano più alti delle aquile

e se per caso se ne vanno in Cielo

lasciano cadere una lacrima

ch’è promessa di libellule e di rose

appena partorite dall’Amore di Dio.

Carlo Molinari

Lascia un commento