S’è fatto Uomo,
scendendo da Cassiopea.
Nacque in una capanna
tra gli occhi verdi
d’una Madre estatica
e un padre silente
che faceva il falegname.
Crebbe
in una Nazareth
di zagare,
avena e uliveti,
pregando
i salmi dei profeti
all’ora crepuscolare
e lavorando il legno.
Un giorno decise
di parlare d’Amore
guarendo
gli indemoniati,
gli storpi e i lebbrosi.
Fu inchiodato
ad una Croce di tiglio
dai potenti di quel tempo,
che odiavano il suo sorriso
e le sue parole, dipinte di Cielo.
Dicono che sia anche risorto
e che sieda alla destra del Padre.
Così, Dio
decise di baciare
l’umana sorte sofferente.
Quel bacio
fu avvelenato
dall’Uomo empio
che preferì
sguazzare nel fango
piuttosto ch’esser grato
alle spine delle rose
che s’erano fatte Luce.
La capanna
è rimasta vuota,
l’Azzurro
ancora spera in noi,
e nella Notte Santa
il sole annusa le stelle.
Carlo Molinari